La consultazione pubblica avviata dal garante sul “Pay Or Ok” e il difficile bilanciamento tra privacy e sostenibilità economica – L’articolo a firma di Ugo Ettore Di Stefano e Alessandro Minucci su La Mia Finanza

Il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato una consultazione pubblica su un tema sempre più attuale: il modello “Pay or OK”, che consente ai gestori di siti web di offrire agli utenti un’alternativa tra pagare per accedere a contenuti o servizi digitali, oppure acconsentire all’uso dei propri dati personali a fini pubblicitari.
Una scelta apparentemente libera, ma che solleva interrogativi profondi sul piano giuridico, etico ed economico.

Ugo Ettore Di Stefano e Alessandro Minucci analizzano gli aspetti più critici del modello “Pay or OK” in un articolo a firma disponibile su La Mia Finanza.

Nell’articolo si mette in luce come questo modello, pur cercando di garantire la sostenibilità economica del web, rischi di compromettere la libertà effettiva del consenso degli utenti. La vera sfida, infatti, è garantire che la scelta tra il pagamento e l’uso dei dati non sia solo formale, ma sostanziale e libera.

Per saperne di più l’articolo completo è disponibile qui.

Corrispettivo del patto di non concorrenza versato in costanza di rapporto di lavoro: requisito di determinabilità e verifica (ex ante) di congruità – L’articolo di Marco Sartori su Labor

Sulla rivista Labor, un articolo a firma di Marco Sartori analizza tre ordinanze della Cassazione in materia di corrispettivo del patto di non concorrenza ai sensi dell’art. 2125 cod. civ. (Cass., ordinanza 8 aprile 2025, n. 9263; Cass., ordinanza 8 aprile 2025, n. 9256; Cass., ordinanza 8 aprile 2025, n. 9258)

La Corte sembra avere ormai definitivamente superato l’orientamento che ammetteva modalità di pagamento (unicamente) successive alla cessazione del rapporto.

Il versamento del corrispettivo durante il rapporto di lavoro non è più di per sé invalido, ma – così afferma l’orientamento che sembra ormai imporsi – potrà ritenersi compatibile con i requisiti civilistici se:
l’ammontare del corrispettivo sia agevolmente determinabile;
l’importo così calcolato risulti congruo (e non manifestamente simbolico) in relazione ai vincoli previsti dal patto, secondo una valutazione da effettuarsi ex ante.

Per saperne di più, l’articolo completo è disponibile qui.

Inoltre, registrandosi gratuitamente a questo link è possibile scaricare il testo integrale delle ordinanze analizzate nell’articolo.

Investigazioni interne: un approccio integrato

Pensiamo a un’organizzazione come a un organismo vivente: ogni funzione deve operare in armonia, seguendo regole condivise e buone pratiche.

Quando qualcosa si rompe – un comportamento scorretto, una violazione, una criticità – le indagini interne diventano lo strumento per ripristinare l’equilibrio.

Non si tratta solo di individuare responsabilità, ma di garantire trasparenza, fiducia e tutela per l’azienda e per chi ci lavora.

In questo carosello abbiamo riassunto i punti essenziali: quadro normativo, procedura disciplinare, Modello 231, clima aziendale e standard ISO.

Per un approfondimento completo, puoi scaricare le slide in inglese qui.

La gestione delle indagini interne in azienda oltre il whistleblowing: il corretto approccio secondo la UNI/ISO TS 37008:2024 – L’articolo a firma di Ugo Ettore Di Stefano su Agenda Digitale

Cosa succede dopo una segnalazione whistleblowing? E soprattutto: cosa accade quando la segnalazione è ritenuta “inammissibile” perché non rientra nei casi previsti dalla normativa?

In un articolo a firma su Agenda Digitale, Ugo Ettore Di Stefano analizza come e quando un’impresa possa – o debba – avviare un’indagine interna anche a partire da una segnalazione che non gode delle tutele previste dal D.Lgs. 24/2023.

Le risposte non sono scontate: si intrecciano principi di riservatezza, protezione dei dati personali, limiti di utilizzo delle informazioni, responsabilità disciplinari e obblighi verso gli organi societari o le autorità pubbliche.

Un supporto importante può arrivare dalla nuova UNI/ISO TS 37008:2024, che fornisce delle linee guida sulle investigazioni delle organizzazioni interne, fondate su imparzialità, riservatezza e rispetto della legalità.

Ma fino a che punto un’azienda può utilizzare le informazioni emerse da una segnalazione impropria? Quali limiti deve rispettare per non esporsi a rischi legali, disciplinari o reputazionali?

Per approfondire, leggi l’articolo completo qui.

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