Ieri, domenica 8 maggio, è stata la Festa della Mamma, un’occasione per ricordarci di tutte le donne che fanno il lavoro più difficile al mondo. Ma quali sono, oggi, le tutele e gli aiuti che la legge e la società garantiscono a quelle donne che non vogliono rinunciare né al lavoro né alla maternità?
Innanzitutto la donna lavoratrice gode di un congedo obbligatorio di cinque mesi fruibili in maniera flessibile in base allo stato di salute, per i quali viene retribuita all’80% dall’INPS ed il restante 20% dal datore di lavoro, se previsto dalla contrattazione collettiva di settore. La maternità obbligatoria riguarda oggi un vasto numero di lavoratrici, essendo, infatti, garantita a coloro che sono disoccupate, se il congedo di maternità inizia entro 60 giorni dall’ultimo giorno di lavoro, nonché alle lavoratrici c.d. parasubordinate.
In caso di gravi complicanze nella gravidanza, che devono essere attestate dall’ASL o dalla Direzione Territoriale del Lavoro, è inoltre possibile ottenere la maternità anticipata, che precede il congedo obbligatorio di maternità.
Successivamente alla maternità obbligatoria vi è, poi, la possibilità di fruire della maternità facoltativa per un periodo di sei mesi.
Queste sono le tutele previste in riferimento all’astensione lavorativa. ma cosa succede quando la neomamma decide di tornare al lavoro?
A questo punto, benché la lavoratrice sia tutelata dai permessi per l’allattamento, dei quali può fruire fino all’anno del bambino, da un lato e dal divieto di licenziamento, nonché dall’obbligo di convalida delle dimissioni, dall’altro, la gestione quotidiana del figlio diventa più difficile. Le strutture che accudiscono i bambini sono costose e spesso hanno liste di attesa molto lunghe e l’asilo nido aziendale è una realtà ancora non molto diffusa, se non all’interno delle aziende più grandi.
Sotto questo punto di vista un grande aiuto potrebbe arrivare alle madri dall’implementazione di progetti di lavoro agile all’interno di strutture che offrono servizi focalizzati sulla cura dei figli piccoli, senza gravare ulteriormente sulle aziende.
Ad ogni modo la grave difficoltà per le donne di conciliare il lavoro e la maternità è evidente anche soltanto analizzando i dati: un recente rapporto diffuso dall’organizzazione Save the Children rileva che ancora oggi in Italia circa il 30% delle donne sceglie di abbandonare il lavoro dopo la nascita di un figlio.
Tale situazione richiede un intervento di supporto che non si limiti ad una tutela “conservativa”, certamente importante, ma che si spinga a fornire un aiuto concreto per quelle donne che scelgono di non rinunciare al lavoro più importante del mondo: essere mamme.