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QUATTRO GRADI DI GIUDIZIO PER IL NUOVO RITO DEL LAVORO IN TEMA DI LICENZIAMENTI

Legal Community / Link Quattro gradi di giudizio per il nuovo rito del lavoro in tema di licenziamenti. Fra le novità contenute nel DdL di riforma...

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Quattro gradi di giudizio per il nuovo rito del lavoro in tema di licenziamenti.

Fra le novità contenute nel DdL di riforma del mercato del lavoro, trova conferma l’annunciata introduzione di un rito speciale per l’impugnazione dei licenziamenti nelle ipotesi regolate dal nuovo art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. Questa forma di tutela urgente (artt. da 16 a 20 del DdL) si articolerà in quattro gradi di giudizio: il primo, che sembrerebbe presentare le caratteristiche di urgenza e celerità dell’attuale procedimento ex art. 700 c.p.c., si introduce con ricorso e viene deciso con un’ordinanza. Avverso tale ordinanza, di accoglimento o di rigetto, potrà essere proposta opposizione con un ricorso ordinario. Tale fase del procedimento di impugnazione del licenziamento, instaurabile entro trenta giorni dalla comunicazione del provvedimento opposto ovvero dalla sua notificazione, sembra svolgersi secondo l’attuale rito ordinario previsto dal codice di procedura civile e si conclude con la pronuncia di una sentenza. Avverso tale sentenza è ammesso proporre reclamo davanti alla Corte d’Appello, anche in questo caso entro un termine ridotto rispetto ai termini ordinari previsti dal c.p.c. per l’impugnazione di una sentenza di primo grado; anche in appello il termine di trenta giorni per proporre l’impugnazione decorre o dalla comunicazione di cancelleria del provvedimento da impugnare o dalla notificazione se antecedente. Questa riduzione dei termini dovrebbe garantire una maggiore celerità dei processi e l’ottenimento di una pronuncia di legittimità o meno del licenziamento in tempi ragionevoli, anche se l’attuale calendarizzazione delle udienze nelle Corti di Appello potrebbe essere un serio ostacolo al raggiungimento degli obiettivi della riforma. Ovviamente, avverso la pronuncia della Corte d’Appello è ammesso il ricorso per Cassazione, sempre nel rispetto di termini che dovrebbero assicurare la speditezza del processo. Sembra quindi che sarà richiesto un maggior impegno agli avvocati giuslavoristi ed ai giudici delle sezioni lavoro.